Dachau, il campo di concentramento di Monaco

Il Campo di Concentramento di Dachau è stato costruito il 22 marzo 1933 nell’area della vecchia Königlichen Pulver- und Munitionsfabrik Dachau, una fabbrica di polvere da sparo risalente alla prima guerra mondiale. Questo monumento della tirannia nazista si trova a circa 16 chilometri a nord-ovest di Monaco di Baviera ed è stato il primo campo di concentramento nazista ad essere costruito.

Inizialmente, il campo di concentramento era sotto il controllo della polizia bavarese. Tuttavia, già dalla sera del 10 aprile 1933, le famigerate SS rilevarono il controllo del campo e la custodia dei detenuti. Heinrich Himmler, capo supremo delle SS, fu il principale responsabile della direzione del campo di sterminio e il lager divenne il prototipo per tutti i successivi campi di lavoro o sterminio, Auschwitz compreso.

Il Campo di Concentramento era stato originariamente creato per incarcerare i prigionieri politici tedeschi, ma presto divenne un luogo di deportazione per le minoranze etniche, i disabili, gli omosessuali e i dissidenti politici di tutta l’Europa. Nel corso degli anni, questo luogo si espanse fino a diventare una città interna, che comprendeva oltre 100 edifici, tra cui baracche, stalle, forni crematori e camere a gas.

Oggi, il Campo di Concentramento di Dachau è un museo e un memoriale aperto al pubblico. Visitare questo luogo è un’esperienza profonda e toccante che permette ai visitatori di comprendere l’orrore e la brutalità della vita nel campo di sterminio durante la Seconda Guerra Mondiale. All’interno del memoriale ci sono diversi edifici e siti commemorativi che raccontano la storia del campo di concentramento, tra cui il museo del campo, la camera a gas e i forni crematori.

Inoltre, ci sono anche numerose mostre all’aperto che esplorano la vita quotidiana nel campo di concentramento, tra cui le baracche e le recinzioni originali. Durante la visita, i visitatori possono anche vedere il monumento commemorativo che è stato eretto nel 1968 per onorare le vittime del campo.



Storia del campo di concentramento di Dachau

Inizialmente programmato per la detenzione dei prigionieri politici allo scopo di “rieducarli” al sistema, dopo i pogrom del 1938 a Dachau la prigionia fu estesa anche a migliaia di ebrei provenienti non solo dalla Baviera ma da tutta la Germania.

Al contrario di quello che succedeva negli altri campi della Germania, all’interno del campo di concentramento di Dachau il terrore era organizzato in maniera sistematica e programmata.

Queste strutture erano diventate di fatto un elemento inscindibile della repressione nazionalsocialista, totalmente fuori dalla giustizia ordinaria, senza i quali la Gestapo, la temuta polizia segreta del partito, non sarebbe mai potuta diventare quella potente organizzazione dedita al terrore che tutti conosciamo.

Qui morirono ufficialmente 41.500 persone per stenti, malattie e fame. Tuttavia, data l’occultazione dei registri del campo alla fine della seconda guerra mondiale oltre alle famose marce della morte verso le Alpi e alla mancata iscrizione ai registri di determinate etnie, si suppone con un buon margine che i decessi nel campo non furono meno di 100.000.

L‘organizzazione logistica del campo di concentramento di Dachau nonché le sue regole/leggi del tutto prive di scrupoli o pietà verso anche la sola dignità umana furono elaborate da uno dei primi comandanti del campo, Theodor Eicke; il suo “modello pseudo carcerario” venne poi sistematicamente riprodotto e utilizzato in tutti gli altri lager del Reich e dei paesi occupati. Per la sua dedizione al lavoro, Eicke fu nominato successivamente sovrintendente per tutti i campi di concentramento in Germania.

Il Lager di Dachau è rimasto durante la sua esistenza solo una volta chiuso: dal Settembre del 1939 al Febbraio del 1940 qui furono addestrate le unità speciali delle SS Totenkopf (testa di morto).

Tra i deportati, sul più basso gradino della scala sociale del lager c’erano gli ebrei di qualunque nazionalità fossero. Essi erano seguiti, in doveroso ordine di denigrazione, da cechi, polacchi, russi, italiani e francesi. La posizione più privilegiata invece era quella dei detenuti tedeschi ai quali veniva affidata sempre la gestione delle baracche in qualità di Kapo’…. sempre al fine di voler rimarcare la superiorità della razza.


Cosa vedere al campo di concentramento di Dachau

Jourhaus, l’ingresso principale del lager

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Al campo di concentramento di Dachau si entrava attraverso la Jourhaus che originariamente era l’unica via di accesso; passando per questa porta ci si imbatteva in uno degli slogan preferiti dalla propaganda nazista, l’agghiacciante motto “Arbei Macht Frei” che tradotto alla lettera vuol dire “Il lavoro rende liberi”. Qui i nuovi arrivati, al fine di spezzare loro la personalità fin da subito, venivano accolti con 25 frustate di benvenuto. È quasi superfluo dire che, dinanzi a tali attenzioni da parte delle SS, alcuni detenuti anziani non sopravvissero.

Piazza dell’appello (Appellplatz)

Appena superata la Jourhaus, di fronte a voi potete vedere la piazza dell’appello dove al mattino venivano contati i prigionieri e gli veniva affidato il lavoro da svolgere. Il piazzale del campo di concentramento di Dachau era in grado di contenere fino a 50.000 prigionieri. Proseguendo il vostro cammino potrete imbattervi nella iscrizione, tradotta in diverse lingue, che recita: Possa l’esempio di coloro che furono sterminati qui tra il 1933 e il 1945 a causa della loro lotta contro il nazionalsocialismo, unire i contemporanei nella loro difesa della pace e della libertà e nel rispetto della dignità umana. Andando avanti troverete il monumento del memoriale, inaugurato nel 1968 e progettato da un’artista jugoslavo sopravvissuto al campo di concentramento di Dachau, Nandor Gild. Alla fine del monumento potrete trovare un ulteriore piccolo monumento sul quale ci sono scritte le parole “Mai più” in lingua francese, ebraico, inglese, russo e tedesco.

Edificio della manutenzione

L’edificio della manutenzione chiude la piazza dell’appello verso sud; sul suo tetto, allo stesso modo della cancellata del Jurhaus, vi era dipinto un ulteriore slogan della propaganda nazista che recitava “C’è un cammino verso la libertà. Le sue tappe sono: l’obbedienza, l’onestà, la pulizia, la sobrietà, la diligenza, l’ordine, lo spirito di sacrificio, la veridicità, l’amore per la patria“. Chissà cosa pensavano i deportati leggendo queste parole… !!! Oggi al suo interno è ospitata la Mostra sulla storia del Campo di Concentramento di Dachau.

Bunker

Il Bunker, l’unico edificio del campo di concentramento di Dachau ad essere ancora conservato, è un elemento inscindibile del lager ed al suo interno ospita la mostra che racconta della storia e dell’uso degli edifici del campo nonché della triste sorte capitata ai prigionieri. All’interno le condizioni di detenzione erano le peggiori del campo. Costretti a soggiornare in spazi angusti e così piccoli anche solo per sedersi, i detenuti erano tenuti al buio per giorni o settimane e ricevevano di rado un pasto caldo.

Baracche

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Tutte le baracche originali del campo di concentramento di Dachau, 34 in tutto, furono demolite alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Soltanto le prime due sono state ricostruite con l’intenzione di illustrare ai visitatori uno spaccato della cruda realtà che si viveva all’interno del lager. È possibile vedere le fondamenta delle altre baracche lungo la cosiddetta “strada del campo“. Da notare che le baracche furono costruite per sole 6000 persone e che, al momento della liberazione, nel campo vi erano più di 30.000 prigionieri!

Forno crematorio

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Situato in un luogo appartato al quale l’accesso era riservato ad un numero ristretto di persone, il crematorio serviva ad eliminare i cadaveri del lager. Data l’alta mortalità del campo, i forni crematori praticamente funzionavano sia il giorno che la notte. Al suo interno una lugubre camera a gas era camuffata come locale per le docce. Vicino al crematorio oggi sorge un gruppo di monumenti commemorativi religiosi tra i quali una chiesa cattolica, una protestante ed un memoriale ebraico.

Purtroppo il genocidio compiuto durante la seconda guerra mondiale è una macchia nera, una ferita così profonda nella storia della Germania che non si potrà più cancellare. Ricordare e commemorare i terribili avvenimenti accaduti è nostro dovere. La dignità, il valore e la personalità di un uomo esigono rispetto senza condizioni, senza distinzioni di razza, religioni e culture.


Come raggiungere Dachau da Monaco

Indirizzo: Alte Römerstraße 75, 85221 Dachau

Come arrivare: Per raggiungere il campo di concentramento di Dachau da Monaco di Baviera, bisogna prendere la metropolitana S2 fino alla fermata “Dachau”. Una volta attivati, prendete il bus 726 fino a “KZ-Gedenkstätte”.

Sito Web: www.kz-gedenkstaette-dachau.de

Apertura: Tutti i giorni dalle 09.00 alle 17.00

Biglietti: L’ingresso è libero mentre le audioguide sono a pagamento.


Considerazioni finali sul campo di concentramento di Dachau

Se vi trovate nelle vicinanze di Monaco di Baviera, assicuratevi di visitare il campo di concentramento di Dachau, situato nell’omonima città: è un’esperienza importante e commovente al tempo stesso.

La storia del campo di concentramento è tragica, ma vale la pena conoscerla per evitare che qualcosa di simile si ripeta. Se non riuscite a recarvi in Baviera, ci sono molti musei e monumenti meravigliosi in tutto il mondo che commemorano le vittime dei campi di concentramento nazisti.


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